L’Appia Antica è Patrimonio Mondiale Unesco…

Candidatura depositata nel febbraio 2023 che ha portato all’iscrizione del sito nella 46ma sessione del World Heritage Commitee dell’agenzia della Nazioni Unite a Nuova Delhi.

Articolo a cura di Andrea Contorni

Fu Appio Claudio Cieco, in carica come censore nel 312 a.C. a dare il via alla costruzione della via Appia che appunto da lui prese il nome. Era chiaro l’intento di unire Roma alla Magna Grecia attraverso una strada che all’inizio si spinse fino a Capua. Nei secoli successivi fu prolungata fino all’importante porto di Brundisium (Brindisi), passando per Beneventum (Benevento) e Tarentum (Taranto). L’Appia, unendo Roma con le più importanti città del sud della penisola italica, ebbe un fortissimo impatto sul tessuto economico, sociale, culturale e militare del nascente impero. Costruita tra la fine del IV secolo a.C. e il III secolo a.C., l’Appia è un capolavoro di ingegneria civile. Considerata “Regina Viarum”, una definizione che si deve al poeta Publio Papinio Stazio, l’Appia Antica ha ottenuto dall’Unesco proprio la denominazione ufficiale di “Via Appia. Regina Viarum” come sessantesimo sito italiano a fregiarsi del titolo di “Patrimonio dell’Umanità”. 

Uno scorcio dell’Appia Antica Regina viarum a Roma - foto pubblicata con Licenza di utilizzo Pixabay

L’Appia Antica ha determinato la futura grandezza di Roma, forse persino la sua sopravvivenza in alcuni contesti. L’esito della seconda guerra sannitica ad esempio, tra il 326 e il 305 a.C., fu fortemente influenzato da questa strada. I romani infatti ne usufruirono negli anni finali del conflitto con grandi vantaggi nel veloce spostamento delle truppe dall’Urbe verso il meridione. Superfluo ricordare che l’agevole via che unì in seguito Roma a Brindisi garantì una sorta di “porta aperta” verso la Grecia, l’Egitto e l’Oriente, favorendo i commerci, i viaggi e ancora una volta il movimento delle armate.

La Via Appia iniziava a Porta Capena nei pressi del Circo Massimo. Proseguiva verso la sua meta finale con una sola interruzione nei dintorni di Terracina. Era infatti necessario attraversare su zatteroni un canale navigabile che fiancheggiava la via. Fu l’imperatore Traiano a lastricare anche questo tratto dopo aver bonificato l’intera area che era malsana, paludosa e infestata dalle zanzare. L’Appia Antica fu costruita con tecniche molto avanzate per l’epoca: strati di pietrame e gaia sovrapposti a un letto di sabbia e coperti da grandi lastre di basalto hanno di fatto assicurato l’eternità dell’opera. 

Andrea Contorni alla mostra, L'Appia è moderna, presso il suggestivo Casale di Santa Maria Nova

Andrea Contorni alla mostra “L'Appia è moderna” presso il suggestivo Casale di Santa Maria Nova. Foto di Denis Bernini.

L’Appia Antica a Roma contraddistingue l’enorme Parco Regionale dell’Appia Antica che con il Parco Archeologico dell’Appia Antica (due entità distinte ma strettamente collegate e in sinergia) costituisce l’area protetta urbana più estesa d’Europa con i suoi 4580 ettari di storia, archeologia e natura. Il Parco Archeologico dell’Appia Antica nato come Istituto dotato di autonomia speciale nel 2014 gestisce e tutela complessi monumentali di grande importanza. Dai sepolcri presenti lungo la via al Mausoleo di Cecilia Metella, dalle Tombe della via Latina all’immensa Villa dei Quintili con il Casale di Santa Maria Nova non dimenticando la Villa di Capo di Bove, la Torre del Fiscale, gli Acquedotti dell’Acqua Marcia, dell’Acqua Claudia, di Annio Novus e dei Quintili e tanto altro ancora.

Il riconoscimento UNESCO rafforza l’importanza di entrambi i Parchi romani ma soprattutto potrebbe promuovere la scoperta o la riscoperta di altri siti archeologici legati alla Regina Viarum che attraversa ben 74 comuni di quattro diverse regioni tra Lazio, Campania, Puglia e Basilicata.  L’Appia Antica è stata testimone di numerosi eventi storici e leggende tra cui le vicende legate a Spartaco, il gladiatore che sfidò l’Urbe tra il 73 e il 71 a.C. in una delle pagine più cruente della storia romana. La terza guerra servile trovò il suo tragico epilogo proprio sull’Appia, tra Capua e Roma, dove circa 6000 ribelli furono crocifissi in seguito alla sconfitta di Spartaco nei pressi del fiume Sele in Campania.

Mausoleo di Cecilia Metella a Roma sull’Appia Regina viarum

Il Mausoleo di Cecilia Metella a Roma sull’Appia Regina viarum. Foto di Mario Ierardi con licenza Pixabay

Personalmente ritengo questa iscrizione dell’Appia Antica al Patrimonio Mondiale Unesco di fondamentale importanza per una maggiore tutela e valorizzazione della via e di tutte le testimonianze archeologiche che la contraddistinguono non solo in ambito capitolino. Ho avuto modo in questi anni di frequentare assiduamente il Parco Archeologico dell’Appia Antica che ha fatto da sfondo a diverse mie trasmissioni culturali. Ho riscontrato da parte dell’attuale Direttore, Arch. Simone Quilici, un forte impulso alla promozione e alla fruibilità dei tanti siti che gestisce attraverso lavori di consolidamento, restauri, mostre ed eventi culturali. Pertanto complimenti al Ministero della Cultura in generale per essersi fatto carico in questi anni della difficile pratica di riconoscimento Unesco e a tutte le istituzioni che hanno collaborato in merito. Ma soprattutto rivolgo il mio sentito grazie a chi si è battuto a Roma come nel resto d’Italia per difendere il patrimonio storico-archeologico dell’Appia Regina Viarum. La speranza è che anche Ostia Antica, la nostra Ostia Antica, possa un giorno fregiarsi di questo titolo.

In conclusione l'Appia Antica non è solo una strada; è un simbolo di storia, cultura e connessione umana. La sua recente designazione come Patrimonio UNESCO rafforza l'importanza di preservare e valorizzare i tesori del nostro passato, assicurando che continuino a raccontare le loro storie per i secoli a venire.

Fonti bibliografiche e sitografiche:

Dal punto di vista simbolico, non è esagerato dire che una strada come la Via Appia abbia rappresentato l’inizio e la fine di un modo d’intendere l’arte.
— Vittorio Sgarbi - Critico d'arte, saggista e politico
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