Le figlie di Cartagine. La Prima Guerra Punica nel romanzo di Andrea Oliverio…
Due donne e due destini intrecciati nel confronto di Civiltà tra Roma e Cartagine. L’avvincente ed epico romanzo di Andrea Oliverio…
Articolo a cura di Andrea Contorni - Rubrica: Incontro con l’Autore
Andrea Oliverio ci ha abituati al romanzo storico di qualità. Per lui parla il successo della trilogia ambientata durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo. Se “L’inviato di Cesare” del 2019 presentava qualche piccola titubanza di inizio carriera, i successivi “Nel nome di Cesare” (2020) e “La figlia di Cesare” (2021) ci hanno consegnato uno scrittore sicuro e temprato dalle tante “battaglie” letterarie. Logico che per il quarto romanzo dovesse intraprendere una sfida ancora più difficile. Oliverio decide infatti di non cullarsi sugli allori e si mette alla prova prima di tutto andando ad affrontare un periodo storico particolare e complesso. Il primo conflitto punico non ha mai avuto appeal. A scuola si studia per grosse linee quasi fosse l’antipasto che precede il pranzo luculliano costituito dalle gesta di Annibale, Scipione l’Africano e compagnia bella. Gli scrittori di romanzi storici “romani” già poco propensi al periodo repubblicano rispetto a quello imperiale, la considerano evidentemente una fase storica non adatta allo sviluppo di storie di fantasia sullo sfondo di fatti accaduti nella realtà. Andrea Oliverio, al contrario, ci regala un avvincente viaggio all’epoca della Prima Guerra Punica da compiere grazie a due donne. Nate da mondi in apparenza inconciliabili, Elissa e Atilia si scoprono legate da un segreto nel drammatico intreccio di eventi che vede Roma e Cartagine in lotta per il controllo del Mediterraneo.
"Le figlie di Cartagine. Il romanzo storico di Andrea Oliverio.
È proprio l’autore milanese a spiegarci come è maturata la scelta di ambientare il romanzo durante il suddetto periodo storico. “Il crescente desiderio espansionistico di Roma contrapposto a una potenza già consolidata come Cartagine, sono già di per sé ottimi motivi per ricamarci una storia di finzione. Inoltre aggiungici il fatto che volevo scrivere un romanzo ambientato in un periodo mai trattato da nessuno dei miei colleghi (siano essi penne illustri o meno). In molti hanno scritto della Seconda Guerra Punica per il fascino esercitato da personaggi del calibro di Annibale e Scipione l’Africano, ma durante la fase di ricerca sulla Prima Guerra Punica ho scoperto personaggi altrettanto interessanti, ma meno fortunati da un punto di vista di notorietà storica. Va anche detto che la Prima Guerra Punica è scarsamente documentata. Sono rimasti frammenti inutilizzabili del poema epico di Nevio (il "Bellum Poenicum"), che aveva vissuto la guerra in prima persona. L’unica fonte arrivata fino a noi è "Storie" di Polibio. Anche se certamente ha avuto accesso a scritti di altri vissuti in quell’epoca, lo storico greco narra fatti accaduti oltre cento anni prima, con tutte le imprecisioni del caso e le ovvie reinterpretazioni dei fatti.”
Andrea Oliverio nel romanzo “Le figlie di Cartagine” conferma la sua consolidata abilità nel dipingere scenari storici vividi e personaggi di fantasia credibili e ben strutturati. La storia ruota attorno a Elissa, giovane cartaginese venduta come schiava a Siracusa e Atilia, un’aristocratica romana destinata al sacro e impegnativo culto di Vesta. Sebbene abbiano culture e stili di vita differenti, le due protagoniste scoprono di condividere un legame profondo che le unisce come sorelle e le pone al centro di intrighi politici e familiari. Da una parte, Elissa è promessa sposa al generale cartaginese Amilcare Barca, una decisione che le procura più angoscia che sollievo; dall’altra, Atilia è costretta a muoversi con cautela in una Roma dominata dai giochi di potere e dalle ambizioni dei Cornelii. Entrambe le donne dovranno affrontare il peso delle proprie scelte, in bilico tra il desiderio di libertà e i doveri imposti dalle loro origini.
I romanzi storici di Andrea Oliverio, dalla trilogia ambientata all’epoca della guerra civile tra Cesare e Pompeo a “Le figlie di Cartagine”.
Andrea Oliverio nei suoi scritti passati ha sempre valorizzato i personaggi femminili rendendoli fondamentali ai fini della trama. Ne “Le figlie di Cartagine” le donne sono assolute protagoniste. Si tratta di un’ulteriore scelta importante che ha comportato l’attenta caratterizzazione di Elissa e Atilia. “Nel pensare a chi sarebbero stati i protagonisti avevo un solo punto fisso: volevo seguire il filone di moda a Hollywood, quello delle eroine. Raccontare una guerra con gli occhi di una donna sarebbe stata una bella sfida. Una bella rottura con i miei soliti protagonisti: maschi, nel pieno dell’azione e capaci di gesta epiche. Ho sempre avuto personaggi femminili spalla, per l'inevitabile risvolto amoroso delle mie storie, ma questa volta volevo metterle al centro. Tuttavia il personaggio femminile aveva delle controindicazioni: per esempio mi limitava in termini di azione, non poteva certo combattere in prima linea, ma potevo raccontare le battaglie da fuori e così ho fatto, trovando la cosa molto stimolante. Nel libro c’è un momento in cui la protagonista assiste impotente all’assedio delle mura di Palermo da parte dei romani. Ma la vera novità è che il personaggio donna mi permetteva di raccontare la vita di chi restava a casa, di chi sosteneva i mariti o le famiglie in quello che non era solo un atto di forza bruta ma un misto di giochi di potere, di ideali patriottici, di amore. Insomma, i sentimenti che rendono memorabile un personaggio agli occhi di un lettore. Poi mi son detto, due potenze a confronto, due protagoniste donne: una romana e una cartaginese! E sono nate le due protagoniste per permettermi di alternare i due punti di vista, senza tralasciare l’una o l’altra visione.”
Dal romanzo “Le figlie di Cartagine” di Andrea Oliverio.
La scrittura di Oliverio è scorrevole e coinvolgente, rendendo facile immergersi in un’epoca storica lontana, carica di tensioni e rivalità. L'autore alterna con maestria i punti di vista delle due protagoniste, una scelta narrativa che permette di percepire in pieno la dualità delle loro esperienze: la durezza e la vitalità di una Cartagine in bilico si contrappone all’ordine severo ma opprimente di una Roma proiettata verso la futura espansione. Attraverso dialoghi realistici e una prosa accurata, Andrea Oliverio riesce a far emergere lo spirito delle due grandi civiltà in conflitto, confermando l’accurato studio alla base del romanzo. La rivalità tra Roma e Cartagine è storicamente “leggendaria” affondando le sue radici persino nel mito: l’esule eroe troiano Enea abbandona sulle coste africane la regina Didone che disperata si uccide maledicendo la stirpe romana per l’eternità. Il confronto collettivo tra le due Civiltà si rispecchia pertanto nel confronto individuale tra Elissa e Atilia. “Simbolicamente Elissa e Atilia rappresentano due mondi in contrapposizione. Due culture diverse che non potevano coesistere. Erano una l’antitesi dell’altra. Lo scoppio del conflitto tra Cartagine e Roma nasce dall’esigenza di quest’ultima di mettere le mani sul granaio della Sicilia, per soddisfare il boom demografico dovuto alla conquista della Magna Grecia e alla prosperità. Ma non era solo l’esigenza concreta, era anche la necessità di predominio del proprio modello su quello dell’altro. Elissa e Atilia sono quanto più distante ci possa essere: la donna cartaginese e quella romana erano agli antipodi. Ma entrambe vivono drammi e tensioni analoghe, perché sono trasversali alla cultura. Sono intrinseche nell’essere umano. Amore e legami familiari sono i capi saldi su cui ruota tutta la vicenda. Ed è per questo che il conflitto interiore di entrambe va oltre a quello della guerra. Atilia ed Elissa sono figlie del loro tempo e sono costrette a fare cose che non vorrebbero fare: una sposerà un uomo che non ama e che imparerà ad amare con il tempo; l’altra deve sposare una dea, Vesta, contro la propria volontà rinunciando a una vita “normale”. Entrambe vedono i propri sogni infranti per il bene superiore della famiglia.”
“Le figlie di Cartagine” di Andrea Oliverio è un romanzo che unisce l’intrattenimento quasi “cinematografico” a una profonda riflessione storica, donandoci la sensazione di aver vissuto un frammento di un passato lontano alla base però della nostra società moderna. Grazie a una narrazione solida e a personaggi sicuri e accattivanti, l’autore dimostra una volta di più il suo talento nel portare il lettore attraverso le pieghe della Storia, con uno sguardo rispettoso dei dettagli e, al contempo, empatico verso l’umanità dei suoi protagonisti. Chiudo con una riflessione: io trovo la scelta di questo talentuoso scrittore di incentrare il suo romanzo su personaggi femminili, non solo coraggiosa, ma forte e determinata, persino intesa come risposta ai tempi che viviamo, tanto belli e super sviluppati, ma ancora cupi e tristi riguardo molte tematiche attuali. "Le figlie di Cartagine" è uno scritto che dimostra un'acquisita maturità narrativa di Oliverio, un passo in più rispetto alla trilogia precedente, una testimonianza diretta del percorso evolutivo di uno scrittore che ama mettersi in gioco. Complimenti a lui!
Per approfondire:
https://www.andreaoliverio.com - sito ufficiale di Andrea Oliverio.
Andrea Oliverio, Pagina Autore su Facebook.
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“Un libro che racconta molto più di quanto si legge normalmente su questo periodo storico. Avvincente!”